Un concerto di musica sacra

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Articolo di Giovanni Cavedon – Dai Nostri Quartieri, n° 105, aprile 2023

Per iniziativa del Municipio 3 è stato presentato in due serate consecutive, 10 e 11 marzo, un concerto dal titolo “Mass of the Children”. Venerdì 10 presso l’auditorium Stefano Cerri, in forma di prova generale, e sabato 11 in forma di concerto nella chiesa di san Leone Magno.  Il cast piuttosto numeroso era costituito dalla Corale polifonica Città Studi, affiancata dai Piccoli cantori di Corbetta; con la partecipazione di due bravi solisti, un baritono e un soprano, e degli strumentisti dell’Ensemble sinfonico del Lario. Ha diretto il concerto il maestro Andrea Thomas Gambetti.

Il programma era costituito da due Messe brevi di Léo Delibes e John Rutter, con un pezzo finale “ecologico” intitolato “Per la bellezza della terra” dello stesso Rutter.

L’iniziativa culturale e musicale è stata molto apprezzata, visto l’afflusso di pubblico davvero soddisfacente, e gli applausi ben meritati. In effetti il maestro Gambetti ha presentato esecuzioni ben preparate, accurate, con un organico complesso ma ben amalgamato e affiatato. Delibes è un autore francese della seconda metà dell’Ottocento, non molto conosciuto in Italia, ma compositore importante, prolifico e significativo. John Rutter è un autore inglese, vivente, molto apprezzato negli USA, ma in generale gradito a tutto il mondo musicale e in particolare ai cori amatoriali, perché compone opere belle, significative, e con la prerogativa di non essere “inaccessibili”, sia per gli esecutori sia per gli ascoltatori; un musicista che qualcuno accusa di essere “facile”, popolare, ma che ha scritto pagine bellissime, tanto che si può dire sia il più famoso di tutti i compositori di musica corale viventi . La Messa dei bambini fu composta nella tragica circostanza della morte di un figlio del compositore; ed è un’opera davvero ispirata.

Una considerazione a lato del concerto: purtroppo la musica sacra non viene eseguita quasi più né in chiesa né a teatro, ed è un peccato perché si va perdendo un repertorio culturale e artistico meraviglioso: secoli di storia della musica, da Palestrina a Bach a Mozart fino a Perosi vengono dimenticati (certo che Bach e Mozart non vengono dimenticati, ma le loro opere “sacre” sì, con rare eccezioni: quando mai si esegue un Oratorio di Bach o una Messa di Mozart?)

In chiesa poi da parecchio tempo durante la Messa si tenta (giustamente) di far partecipare l’assemblea ai canti; ma questo ha comportato l’adozione di musiche facili, melodie quasi sanremesi, con la contestuale eliminazione (almeno durante il rito) di ogni canto complesso o polifonico. Rimangono in alcune parrocchie, e anche in ambiti laici, gruppi amatoriali che si applicano allo studio di queste affascinanti partiture; spesso con risultati modesti, perché in effetti non è da tutti eseguire un brano a quattro voci in modo intonato, preciso, espressivo. 

Bene, complimenti agli esecutori del concerto di san Leone Magno, perché hanno presentato un concerto davvero impegnativo e di alto livello!

Giovanni Cavedon

Un concerto di musica sacra